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Pescara (Pescara) - Dal 17 luglio al 4 agosto la mostra “Fluctus” dell’artista Stefano Ianni


Giovedì 17 luglio, alle 17, nelle sale “Cascella” dell’Aurum di Pescara, sarà inaugurata aquilana la mostra “Fluctus” dell’artista di origine Stefano Ianni. L’esposizione presenta al pubblico il nuovo ciclo di opere che pone al centro “nature morte” e “ricordi in pelliccia”, in cui il mondo marino si fa protagonista. Le composizioni di pesci nascono prevalentemente su fondo bianco, brillano sui supporti che invitano l’osservatore ad un’esperienza tattile, mentre in altre opere è il colore nero a prevalere, dando luce ai soggetti su preziosi tessuti damascati. Guardando al gioco dicotomico che prende vita fra il bianco e il nero, così scrive il critico d’arte Alessandra Angelucci, curatrice della mostra: «Il bianco resiste, come l’eterno in cui la vita è data oppure negata. Il bianco, come quel colore che l’artista aquilano Stefano Ianni sceglie - e volutamente fa proprio - per congelare le tracce di una natura che da alcuni anni si offre ai suoi occhi: la parola è offerta dalle onde, la pupilla è aperta, la palpebra è socchiusa. Chi osserva le opere ne coglie subito la traccia narrativa: la luce dei supporti in pelliccia accoglie le nature morte che nella spuma marina hanno trovato dapprima la nascita e poi la fine. Del resto, aveva ragione Philipp Otto Runge, quando avvertiva che «vita e morte, nascita e sepolcro, sono una cosa sola nella profondità chiara». Ed è da questa «profondità chiara», da una «totalità bianca» - direbbe altrimenti Jabés - che ha vita “Fluctus”, l’ultimo progetto artistico di Stefano Ianni, che nelle sale “Cascella” dell’Aurum di Pescara propone al pubblico la sua recente produzione». Una mostra, quella di Stefano Ianni, che svela al pubblico la sua ultima produzione, ma che evidenzia l’animo da instancabile ricercatore che ha accompagnato l’artista nel suo lungo percorso professionale, come testimoniano le opere dei cicli “Perimetra” e “Materiali del sogno” che vanno dal 1993 al 2009. Al mondo marino - che si impone all’occhio dell’osservatore - si affiancano i “Notturni” che Stefano Ianni realizza sempre su supporti di pelliccia sintetica, ma in cui tutto spinge alla riflessione: i bagliori, le luci in lontananza. Ogni ricordo viene trattenuto, sigillato, al fine di trattenerlo per sempre e non lasciarlo morire. Afferma, infatti, il critico Angelucci che nelle opere di Ianni «la memoria fluttua, ondeggia fra la certezza di un segno marcato e la forma che scava significanti nell’aria. Ecco perché, in alcuni casi, l’opera è avvolta da una pellicola di nylon trasparente, quasi a voler sigillare ciò che alla mente riaffiora, e lasciarlo lì, resistente ad ogni impercettibile sospiro fra un battito di ciglia e un altro».

di Redazione | 06/07/2014

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