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Trebisacce (Cosenza) - Si sprema il biondo nei bar di Trebisacce! Tipicità, Gallo: non ci sono altre strade


Made in Italy, beni culturali ed enogastronomia. Sono, questi, i punti di forza dell'Italia e del Sud e su questi la classe politica, facendo ammenda degli errori commessi, dovrebbe adesso concentrarsi per recuperare tempo e colmare i gap accumulati. Serve una ripartenza, un ritorno intelligente alla terra ed alle tradizioni. Sopravvivremo, soprattutto noi in Calabria, all'abbandono ed all'emigrazione delle nuove e prossime generazioni, soltanto se riusciremo ad invertire rotta, attraendo il maggior numero di ospiti nel mercato dei turismi, facendo loro consumare i nostri prodotti. Senza scorciatoie. Non ci sono altre strade. O ce ne occupiamo o soccomberemo. – E' quanto ha ribadito il presidente della 4° commissione regionale ambiente, Gianluca GALLO, intervenendo lo scorso 1 maggio ad uno dei momenti della partecipatissima 2° Festa del Biondo Tardivo a Trebisacce, promossa dall’Amministrazione Comunale in sinergia, tra gli altri, con Provincia di Cosenza, Regione Calabria, Slow Food Sibaritide – Pollino, Banca Mediolanum, Assopec Trebisacce e Consorzio Irrigazione Giardini. – Al dibattito, moderato dal presidente del consiglio comunale Giampiero REGGINO, sono intervenuti anche il Sindaco Francesco MUNDO, il Fiduciario della Condotta Slow Food Sibaritide – Pollino Lenin MONTESANTO, Serafino ZANGARO dell’Assopec, il Prof. Piero DE VITA dell’Ipsia – Alberghiero di Trebisacce e la professoressa Lucrezia D’ANGIÒ della Fidapa.  Quella di oggi – ha continuato GALLO, complimentandosi con il Sindaco MUNDO – è una intelligente iniziativa perché traccia un percorso importante per dare adeguato riconoscimento a questo prodotto d’eccellenza. La nostra economia agricola – ha continuato – ha consentito alle generazioni precedenti di raggiungere livelli di autonomia economica considerevoli. Negli ultimi quarant’anni abbiamo però perso la bussola, commettendo un errore complessivo: quello di inseguire altre strade, dimenticandoci ed in molti casi cancellando i nostri marcatori identitari, in ciò non aiutati da una classe dirigente e politica che dovrebbe su questo ammettere le proprie responsabilità per avviare una consapevole inversione di rotta. – Di necessità si attivare, attorno alla promozione del biondo, una efficace filiera istituzionale ha parlato il Primo Cittadino sottolineando come la tutela dei prodotti e di quello che Carlo PETRINI definisce il “ritorno alla terra” vada di pari passo con la tutela pubblica del paesaggio dall’abusivismo edilizio e da tutte le fonti di inquinamento contro i quali l’Esecutivo locale è impegnato.   Il ruolo del singolo consumatore e co-produttore – ha ribadito Lenin MONTESANTO, suggerendo e spiegando ad istituzioni e produttori la via del presidio Slow Food per il Biondo – è molto più importante e determinante delle scelte demandate alle istituzioni. La politica – ha aggiunto – la fanno le mamme ogni giorno al supermercato, scegliendo cosa mettere nel sacco della spesa. La politica, quella silenziosa, la facciamo tutti noi a tavola, quando decidiamo cosa mangiare e cosa far mangiare ai nostri figli, decretando molto spesso – ha proseguito – la morte non solo dei prodotti territoriali e italiani ma di tutto ciò che vi sta dietro: la storia, l’esperienza, le economie locali, l’artigianato alimentare, generazioni di agricoltori e di secoli di pratiche agricole ed agroalimentari che sintetizzano la cifra culturale di una comunità. Uccidendo il futuro. Non possiamo accontentarci – ha detto il Fiduciario Slow Food – di fare la festa del biondo e poi non esigere nei bar di Trebisacce di trovare spremute di questa speciale arancia autoctona pregiat.

di Redazione | 04/05/2014

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