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Corigliano Calabro (Cosenza) - Olio, oltre extravergine. Verso alta qualità


Olio, superare l’extravergine e puntare all’alta qualità. Non basta più la classificazione di base. Ne serve una nuova. Bisogna puntare alla valorizzazione degli aspetti salutistici. Sulla quantità l’Italia è stata già superata. La sfida è stata persa. Così come è stata persa quella sull’efficienza e sull’innovazione sulle quali hanno puntato anche Paesi in cui non c’è produzione di olio. A prescindere da ogni altro percorso, delle DOP incluso, l’obiettivo da perseguire e sul quale l’Italia può ancora giocarsi la sua immagine è oggi quello di un blend italiano di elevata qualità, frutto di tutte le produzioni territoriali di qualità.   È stato, questo, il messaggio più importante emerso e ribadito a più voci nel corso del partecipato incontro divulgativo sul tema “L’Alta Qualità per innovare le relazioni di filiera tra gli operatori olivicoli italiano”, ospitato per l’Azienda Agricola MINISCI a CANTINELLA di Corigliano, dedicato alla presentazione del sistema di controllo e del disciplinare di qualità CEQ, rispondente ai requisiti previsti dal progetto istitutivo del Sistema di Qualità Nazionale “Alta Qualità” nel settore dell’olio extravergine d’oliva REG, CE 867/08. – Diversi gli intervenuti. Elia FIORILLO, Presidente CEQ ha curato la presentazione delle iniziative del Programma CEQ. Ha portato il suo saluto Alberto STATTI, Presidente regionale di Confagricoltura. Hanno offerto il loro contributo, inoltre, Mauro MELONI del CEQ (Consorzio Extravergine di Qualità) sul sistema di qualità e controllo del progetto CEQ; Nicola RUGGIERO, Presidente Oliveti d’Italia, su “Il caso DOP Terra di Bari è replicabile?, Pina ROMANO responsabile organizzazione economica di Confagricoltura, sulla visione dell’associazione in merito all’aggregazione di prodotto. Ed ancora, Enzo PERRI, direttore CRA-OLI su “Le olive e gli oli Made in Italy, opportunità e vincoli per l’alta qualità”, Zafferino MONINI, Presidente della Monini Spa su “Opportunità e impegni per la filiera alta qualità italiana” e l’Eurodeputato Mario PIRILLO che, intervenendo sui controlli ufficiali nella catena agroalimentare, sui nuovi scenari della PAC 2014-2020 e sull’esigenza di spostare il peso dell’UE verso il Mediterraneo, ha sottolineato come questa regolamentazione comunitaria vada a braccetto con l’esigenza di elevazione di qualità spiegata e rivendicata nel corso di tutti gli interventi precedenti.   Genuinità, qualità superiore, salute. È su questi aspetti distintivi, da far capire anzi tutto al consumatore, che ci si dovrà muovere nella direzione del superamento dell’attuale classificazione puntando sempre di più a migliorare la qualità del prodotto italiano. Gli attuali extra-vergini prenderanno il posto dei vergini. Servirà una nuova categoria. Quella dell’alta qualità. E su questa sfida, che sarà strategica per la competitività italiana nel mondo, bisognerà produrre sinergie imprenditoriali e produttive per mettere in piedi una efficace campagna di comunicazione e promozione, anche prescindendo dal sostegno finanziario del Ministero.   Esprimendo la soddisfazione personale e dell’intero staff aziendale, ringraziando tutti i prestigiosi ospiti per i preziosi contributi offerti al confronto, Mariagrazia MINISCI ha concluso sottolineando la positiva presenza all’evento dell’intera filiera olivicola. Per quanto ancora debole nella nostra regione – ha aggiunto – l’aggregazione sta cominciando ad essere sempre di più percepita come necessaria ed utile. Purtroppo, così come è emerso anche nel corso di diversi interventi (di MONINI in particolare) la Calabria dell’olio ancora non riesce a fare massa critica. Eppure – ha spiegato la MINISCI, facendo riferimento alle importanti iniziative già intraprese col Consorzio degli Extravergini di Qualità in diversi Paesi del mondo – nella filiera non vi è contrapposizione tra piccola azienda e grande industria. Quando si affrontano mercati internazionali il rafforzamento è reciproco ed il portafoglio dell’offerta è più competitivo: in questo senso la grande azienda facilita l’ingresso delle piccole realtà. E dove c’è filiera che funziona non c’è abbandono né desertificazione delle terre. Serve però – ha concluso – più comunicazione univoca, senza fermarsi a guadare il passato ma facendo squadra, così come abbiamo tentato di fare oggi, per proiettare l’extravergine verso il futuro di questa terra e di questo Paese. Perché per noi – ha chiosato – l’olivicoltura resta l’economia reale.

di Redazione | 30/03/2014

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