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Macerata (Macerata) - Inaugurazione sale arte antica Palazzo Buonaccorsi, la cerimonia ufficiale e il taglio del nastro


Parterre de roi al Teatro Lauro Rossi per la cerimonia che oggi pomeriggio ha dato il via ufficiale alla tre giorni di iniziative organizzata in occasione dell’inaugurazione del nuovo allestimento della sale di arte antica del piano nobile di Palazzo Buonaccorsi.   In tanti hanno voluto partecipare alla cerimonia ufficiale che ha visto tra gli intervenuti, l’onorevole Irene Manzi, l’intera Giunta municipale, le maggiori autorità cittadine tra cui il Prefetto Pietro Giardina,  il rettore Luigi Lacchè e poi il presidente dell’Anci Marche, Maurizio Mangialardi, la soprintendente ai Beni culturali Maria Rosaria Valazzi, il consigliere regionale Angelo Sciapichetti, quello provinciale alla Cultura Massimiliano Sport Bianchini, il sindaco di Pedaso, Barbara Toce, il direttore artistico del Macerata Opera Festival Francesco Micheli. il presidente dell’Istituzione Macerata Cultura, Graziano Ciurlanti, il direttore dell’Amat, Gilberto Santini   e l’architetto Luca Schivaoni.   Sul palco, oltre al sindaco Romano Carancini, l’assessore regionale alla Cultura Pietro Marcolini, il presidente di Federculture Roberto Grossi, Gabriele Barucca della Soprintendenza ai Beni culturali e il direttore dell’Istituzione Macerata Cultura, Alessandra Sfrappini.   E’ stato con un passaggio tratto dal libro  Fondata sulla cultura di  Gustavo Zagrebelsky che l’assessore alla Beni culturali del Comune di Macerata, Stefania Monteverde, ha dato via agli interventi che si sono susseguiti per circa un’ora:  “Macerata – ha detto – è una città fondata sulla cultura, che costruisce sulla cultura il suo vivere civile, il suo sviluppo, il suo welfare. Quello che inizia oggi è un incontro con la nostra straordinaria bellezza, un viaggio con una carrozza ideale che ci porterà dentro palazzo Buonaccorsi. Un viaggio che facciamo idealmente insieme a quanti ci hanno preceduto, insieme a tutta la giunta che ha creduto e investito in questa idea di città. Da oggi abbiamo un museo che è un luogo dove vivere, rigenerarsi, aver cura di sé con occhio particolare alle nuove generazioni a cui vogliamo raccontare il bello che abbiamo”.   Alle parole di Giorgio La Pira si è rifatto invece il sindaco Romano Carancini: "Una città non può essere amministrata e basta. non è niente amministrare una città: occorre darle un compito altrimenti muore".   “Un modello e un simbolo per chi come me   - ha detto Carancini - ha avuto la responsabilità  ed il privilegio di essere scelto come sindaco di Macerata. Questo era l'impegno assunto con la città prima di essere eletto. Lo abbiamo fatto interpretando e scegliendo, in particolare, i terreni della comunità che avrebbero potuto dare identità, dare un compito alla nostra città. L'impegno fondamentale sul sociale, non peloso, non assistenziale ma progettato sulle persone in grado, fin dove fosse possibile, di contribuire a mantenere, o a riappropriarsi della propria dignità.. E poi la cultura, la convinzione che la città avesse energia inespressa e repressa che mortificava, non tanto e non solo i simboli culturali in sé considerati fisicamente, ma soprattutto i maceratesi e la straordinaria energia positiva, moltiplicativa, contagiosa, virale che, attraverso quei luoghi, la storia culturale di questa città ci ha donato. E che abbiamo il compito di preservare e semmai arricchire”.   E Carancini ha ricordato  "la rivoluzione dello sferisterio" del 2012, il lavoro iniziato per riportare l'antico orologio con i pupi sulla torre civica, palazzo Trevi Senigallia e “ora palazzo Buonaccorsi. Non era scontato né facile fare questo investimento. Potevamo guardare altrove e soprattutto non cercare il gozzo per andare in mare aperto. Lo abbiamo cercato, qualcuno lo ha fatto con noi – riferendosi alla Regione Marche - e siamo partiti ma con la consapevolezza e la determinazione di arrivare in porto”. Un museo quello di Palazzo Buonaccorsi, ha aggiunto il sindaco “capace di dialogare e comunicare con grandi e piccoli senza barriere generazionali perché questo deve essere un museo: non luogo polveroso, e rigorosamente silenzioso, non visitato ma vissuto, aperto, gioito, quotidiano nel quale ci si ritrova. Così è stato concepito così ci piace che cresca”.  “Servire la città attraverso la politica  - ha proseguito il primo cittadino - per noi si traduce in restituzione. Restituire dignità alle persone, restituire la storia e l'identità alla città significa contribuire in maniera decisiva a dare sostanza al compito di cui parla Giorgio La Pira. Credo che il valore aggiunto specifico della restituzione per ognuno di noi maceratesi, per i nostri tesori, siano e debbano essere, l'orgoglio della identità,  la consapevolezza delle ricchezze e l'apertura agli altri. Questo il senso della nostra politica culturale, di cui #PrimaveraBuonaccorsi, Palazzo Buonaccorsi, saranno da oggi per tutti e per sempre tra i simboli più affascinanti”. E parlando del domani Carancini ha affermato che  “per noi vuol dire continuare a lavorare con lo stesso spirito. E nel domani di palazzo Buonaccorsi c'è un'altra montagna da scalare. Vorremmo arrivare in cima e pedaleremo con la testa sul manubrio per arrivare a dicembre 2014 a restituire l'arte contemporanea il cui valore culturale intrinseco è addirittura superiore a quello dell'arte antica”.   La cerimonia è stata inframezzata da alcuni video con il making della campagna di comunicazione creata dalla ma:design di Pesaro, dal bakstage dei lavori e dell’allestimento e dalla carrellata di alcune delle opere che da oggi sono esposte al pubblico al piano nobile di palazzo Buonaccorsi.   Un progetto quello avviato con questo allestimento che ricevuto parole di apprezzamento e di orgoglio anche da parte dell’assessore regionale ala Cultura Pietro Marcolini che ha definito l’operazione una “creazione che fa di Macerata una città bella che può guardare al suo futuro” e che può senza alcun dubbio contribuire allo sviluppo di tutto il territorio e dell’intera regione. Marcolini ha ricordato anche che la Regioe Marche con i suoi 580 milioni di euro di investimenti negli anni, è la prima in Italia per il recupero dei beni artistici.   E a proposto di futuro Roberto Grossi, presidente di Federculture, ha definito il nuovo allestimento, a fronte di tanti musei e teatri che chiudono nel nostro Paese “un’operazione che dà lavoro, di educazione, che recupera attraverso la cultura un bene pubblico. Avete creato un ponte tra passato e futuro che dà coraggio”. Mentre Alessandra Sfrappini parlando del domani e di quali saranno le prospettive future ha detto “parlare alla città”, Gabriele Barucca della Soprintendenza ai Beni culturali è certo che Palazzo Buonaccorsi “diventerà la porta di accesso alla bellezza della città e di tutto il territorio”. Conclusa la cerimonia tutti gli intervenuti si sono diretti a Palazzo Buonaccorsi per il taglio del nastro cui è seguita l’inaugurazione della mostra fotografica  Il lungo lavoro che ha fatto rinascere la bellezza di Romano Folicaldi con testi  di Giancarlo Liuti 

di Redazione | 22/03/2014

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