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Padova (Padova) - I viaggi della memoria: un’opportunità per i giovani


A Padova, in occasione della Giornata della Memoria del 27 gennaio 2014, l’intervento di due adolescenti, studenti del Liceo Scientifico “Don Bosco”, ha ricordato l’esperienza del Viaggio della Memoria del novembre scorso cui hanno preso parte 140 studenti delle scuole secondarie di secondo grado della città. Rivolgendosi alle autorità – il Sindaco Ivo Rossi (foto), l’Assessore alle Politiche Giovanili Claudio Piron, il Presidente della Comunità Ebraica, Davide Romanin Jacur – i due ragazzi hanno riferito del viaggio a Budapest, Auschwitz e Birchenau sottolineando l’impatto emotivo e il senso d’impotenza che si provano di fronte alle atrocità che quei luoghi hanno significato. Allo stesso tempo, hanno evidenziato l’importanza formativa e sociale del viaggio come veicolo di riflessione e condivisione tra coetanei. Segue il testo integrale dell’intervento di Giacomo Candeo e Matteo Faccioli della classe IV-A del Liceo scientifico Don Bosco di Padova. Buongiorno a tutte le autorità presenti. In primis vorremmo ringraziare per l’opportunità che ci è data, quella di parlare qui, oggi, di fronte a voi.  Siamo due studenti del Liceo Scientifico Don Bosco e lo scorso novembre [2013] abbiamo avuto la fortuna di partecipare al Viaggio della Memoria. Vorremmo approfittare di questo momento anche per rivolgere un ringraziamento a tutti gli accompagnatori, in particolare al Presidente della Comunità Ebraica di Padova, Davide Romanin Jacur, e all’assessore alle politiche giovanili Claudio Piron. Accettando l’invito a prendere la parola di fronte a voi, ci siamo chiesti come dare voce a ciò che abbiamo vissuto. Forse l’unico modo è quello di esprimere ciò che ci ha profondamente colpito e segnato. Abbiamo 17 anni. E siamo più lontani, rispetto a voi, da quel periodo tragico di cui oggi facciamo memoria. Ma grazie al viaggio che abbiamo compiuto insieme a 140 coetanei delle scuole di Padova, la distanza che separa la nostra generazione dalla vostra si è accorciata e questo ci consente di esprimere la nostra testimonianza. Budapest, Auschwitz e Birchenau sono alcuni dei luoghi più dolorosi della Memoria collettiva. Li abbiamo visitati  e ci hanno lasciato un peso enorme che ancora avvertiamo quando mentalmente ripercorriamo quei giorni di novembre.  Ci ha colpito la potenza negativa e distruttiva del pensiero umano: poter cancellare dalla terra un intero popolo! Progettare e attuare questo piano in modo sistematico, lucido, minuzioso, servendosi anche della scienza e della  ricerca; imponendo il silenzio e  la vile collaborazione ad altri paesi; stroncando ogni forma di dissenso o di obiezione di coscienza di singoli cittadini e di gruppi.  Ci ha segnato la disumanità, il cinismo, l’accanimento nei confronti dei prigionieri ridotti a numero, ombre senza volto e senza dignità. Ma il viaggio ci ha ricordato il coraggio di molti che abbiamo conosciuto nelle letture fatte a scuola: Anna Frank, Massimiliano Kolbe, Primo Levi, …Camminando in mezzo a quei campi desolati, ci siamo chiesti perché. Perché tutto questo? perché questa perversione della razionalità, questa degenerazione della coscienza? Questo grande male avrà avuto un inizio…Come ha potuto crescere e invadere l’Europa? Come studenti crediamo che molte risposte si possano trovare nello studio, nell’ascolto dei testimoni, nella riflessione, nella partecipazione. In questo modo cresce la Memoria, e diventa la nostra memoria, la nostra storia fatta di passato, presente e futuro. Mentre ringraziamo il Comune per l’opportunità che ci ha offerto, lo incoraggiamo a continuare l’esperienza dei Viaggi della Memoria. Ci sembra una delle modalità più idonee ed efficaci per avvicinare i giovani a questa pagina di storia del Novecento. Non solo: i viaggi consentono di abbattere le distanze e costruire il dialogo tra studenti di scuole diverse su problemi scottanti e mai definitivamente chiusi. Non è, forse, la conoscenza dell’altro una delle condizioni per la costruizione di una comunità sociale in cui il rispetto e il riconoscimento delle diversità consente la convivenza? Noi, pensiamo di sì. 

di Redazione | 28/01/2014

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