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di ANTONIO IAPICHINO - L’ormai ex assessore Giuseppe Godino (nella foto), dimessosi nei giorni scorsi,  ha votato contro al Piano di riequilibrio. A suo giudizio <<la proposta di adesione al piano non è stata gestita nel migliore dei modi: in primis, non vi è stata chiarezza nei confronti dei cittadini, i quali non hanno ancora capito a cosa vanno incontro, quali sono i vantaggi e quali gli svantaggi della procedura. Poi, sono venute meno le promesse fatte circa la convocazione di un Consiglio Comunale aperto alla cittadinanza e agli operatori economici in generale. Inoltre, sono venute meno le promesse fatte dal Capogruppo di maggioranza circa l’istituzione di una Commissione consiliare che avrebbe quantomeno dovuto stabilire (in aggiunta alle regole di legge) le altre regole da adottare>>. Per proseguire, poi, <<non vi è stata chiarezza sul piano di riequilibrio anche con i consiglieri di maggioranza, ovvero, per quanto mi riguarda, non ho avuto spiegazioni esaustive, o meglio ancora, forse, non le ho proprio avute>>. E si chiede: <<Si può arrivare a ridosso del Consiglio comunale e parlare con i consiglieri di maggioranza del piano di riequilibrio solo due giorni prima dello stesso?>>. E ancora: <<E’ importante stendere un lenzuolo sulle vicende che hanno portato il nostro Comune allo sfascio, coprendo così, con lo stesso, tutto e tutti e chiudendo la vicenda facendo pagare sempre gli onesti cittadini? Oppure è il caso di cercare di capire chi ha causato tutto questo e far pagare loro anche con l’ineleggibilità per 10 anni?>>. Godino, poi ha messo in risalto che (seppur consentendolo la legge) <<il nostro Comune non ha inteso preparare neanche il bilancio di previsione per l’anno in corso, costringendo di fatto gli uffici a lavorare sulla base dei dodicesimi di cui al  bilancio precedente>>. E si chiede: <<Non  sarebbe stato meglio arrivare in consiglio con la richiesta di adesione al piano di riequilibrio unitamente al bilancio di previsione?>>.