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Bolzano (Bolzano) - Si è concluso con successo il progetto sperimentale con protagonista una classe delle scuole Alfieri


Lo scorso 10 giugno si è concluso il progetto sperimentale "Storie di sé e degli altri", che ha visto come protagonisti una seconda classe delle scuole medie V. Alfieri e che aveva come tema il sorgere di conflitti all'interno delle famiglie e il modo per risolverli. Alla "restituzione" del progetto hanno partecipato in rappresentanza del Comune di Bolzano l'Assessore alle Politiche Sociali e ai Giovani Mauro Randi, per l'Intendenza Scolastica in lingua italiana Nioletta Minnei, i referenti del progetto dell'associazione Sagapò Chiara Ore Visca, Sarah Trevisiol e Matteo Vegetti, la preside della scuola media V. Alfieri Laura Cocciardi e il prof. Raffaele Iovino Descrizione Progetto "Storie di sé e di altri" La grande partecipazione da parte dei ragazzi della seconda classe della scuola media V.Alfieri a questo corso facoltativo è già indice di successo. Nell'arco dell'anno scolastico i vari moduli hanno sollecitato tutti a contribuire, chi fornendo storie personali e racconti del proprio contesto famigliare, chi apportando elementi di fantasia e creatività. Il tema della festa, emerso durante il percorso di storytelling, ha rivelato le diverse tradizioni culturali delle singole famiglie evidenziando la molteplicità di esperienze e background dei ragazzi. Raccontare sé stessi agli altri senza vergognarsi delle proprie identità e particolarità è stato un compito alquanto difficile che è stato affrontato attraverso la creazione di un contesto di fiducia e aiuto reciproco. I giochi di ruolo basati sul rispetto reciproco e il lavoro di squadra volevano sollecitare i ragazzi a trovare compromessi e punti d'incontro. L'idea stessa di creare una vera e propria festa di fine anno, il 31 maggio, ha comportato il difficile compito di mediare tra le varie esigenze del gruppo e anche dei propri ospiti. Ogni fase dell'organizzazione documentata nel filmato (la scelta della data, delle attività, delle musiche, dei cibi, dei balli, etc.) ha richiesto inoltre uno scambio tra gli studenti e il proprio contesto famigliare, creando così un canale di comunicazione con i genitori, i quali sono divenuti essi stessi partecipanti al progetto. Le impressioni dei genitori raccolte durante la festa, dimostrano che i passaggi del progetto (la raccolta delle favole preferite dell'infanzia, i ricordi di viaggi e festività passate in famiglia, la preparazione dei cibi, la rivelazione di gusti e abitudini della propria famiglia) hanno rinforzato un legame creando occasioni per ripercorrere momenti vissuti in comune oppure per conoscersi meglio. Il conflitto intergenerazionale e interculturale è stato volutamente approcciato in modo indiretto per non creare differenze nel gruppo, per non marginalizzare nessuno e soprattutto per non far percepire il rapporto genitori/figli come problematico ma come risorsa e arricchimento. Molti degli effetti ricercati dal progetto porteranno frutti a lungo termine poiché richiedono una riflessione autonoma sul rispetto degli altri e sulla mediazione possibile tra esigenze diverse che avrà tempi e profondità diverse a seconda delle singole personalità.

di Redazione | 13/06/2013

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