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Cosenza (Cosenza) - Il Chiostro di San Domenico, tesoro d’arte per “Alarico Fest” dal 10 al 12 giugno


Non c’è stato giorno, dalla sua riapertura, che il Chiostro di S. Domenico – sono quattordici in tutta la città, tanti da fare di Cosenza la ‘città dei chiostri’ – non abbia ricevuto la visita di cittadini o turisti, per un totale di 6000 presenze nell’anno. Non c’è dubbio che i cittadini di Cosenza abbiano un forte legame con questo capolavoro di arte cinquecentesca del quale l’Amministrazione comunale ‘sfrutta’ a ragione la naturale vocazione a location di eventi culturali. Lo ricorda Francesca Bozzo, assessore allo spettacolo che, riportando alla memoria gli “Intrecci, tra musica e letteratura” dello scorso anno, - riferisce una nota dell’Ufficio stampa del Comune di Cosenza - ha presentato questa mattina “Alarico Fest”, tre giorni di rassegna, anche questa ricca di intrecci, tra musica, cultura e l’enogastronomia di quattro importanti cantine del territorio. Con un significativo valore aggiunto, la scelta del luogo, quale messaggio di una riscoperta dei nostri tesori - i nostri beni architettonici – vestigia del passato che parlano il linguaggio del presente. Su questa lunghezza d’onda tutti i partner istituzionali di “Alarico Fest” - idea di Daniele Piraino per il marchio di ICAMS (Istituto Calabrese per le Arti Musica e Spettacolo) -  la Provincia di Cosenza, rappresentata dall’assessore alla cultura Maria Francesca Corigliano, la Fondazione CariCal, con il suo Presidente Mario Bozzo. Dal 10 al 12 giugno, il suggestivo chiostro sarà luogo di musica, che presta attenzione ad una particolare categoria di artisti, ormai quasi delle mosche bianche nel pur ricco panorama musicale: i cantautori. Li presenta il coordinatore artistico Francesco Madrigrano: il ‘nostrano’ Peppe Voltarelli (10 giugno), Pino Marino e la giovane talentuosa Erica Mou (11 giugno), Alessandro Mannarino in chiusura (12 giugno). Le prime due serate musicali hanno un gustoso aperitivo pomeridiano in altrettanti momenti di approfondimento culturale, che specifica Valeria Piraino: la presentazione del libro di Enzo e Nicola Ciconte “Il Ministro e le sue mogli”, un dibattito a più voci sulla valorizzazione de siti storici attraverso l’arte e la musica. Quest’ultimo, all’insegna di un tema più generale, che a tratti inquieta: “La cultura può ancora stupirci?”. Lo commenta l’assessore Corigliano, con l’immagine “di una cultura in continuo divenire, di uno stupore che può nascere dalla rilettura del bene culturale – sia esso un libro piuttosto che un bene artistico – che ogni volta invita ad una rivisitazione di sé attraverso i linguaggi dell’arte”. Una visione suggestiva che non può però bypassare “l’inquietante consapevolezza – afferma – che molti dei beni della nostra provincia sono disconosciuti dagli stessi cittadini. Non può dunque che essere un pregio la scelta di legare l’attività culturale alla ri-scoperta di un luogo”. Segue questo pensiero anche il professore Mario Bozzo quando afferma che “spesso i nostri luoghi storici sono oggetto di visite distratte perché non riescono a parlare al presente, né a parlare di futuro”. Si dice particolarmente lieto il Presidente della Fondazione CariCal che il progetto di “Alarico Fest” nasca da menti giovani “che cercano nuovi significati nella nostra storia”. Quando si parla di Alarico e della sua storia il confine con la leggenda è davvero sottile, legandosi nell’immaginario collettivo alla sua sepoltura e soprattutto al tesoro che avrebbe trovato dimora con il suo Re nelle acque del Busento. Di quel momento storico si celebrano quest’anno i 1600 anni e “l’evento dei prossimi giorni – anticipa l’assessore Bozzo – è un assaggio del Festival delle Invasioni, nel prossimo mese di luglio, dedicato anch’esso alla figura del re dei Goti”. All’immagine, descritta dal professore Bozzo,  della leggenda del tesoro di Alarico quale metafora di un popolo, quello calabrese, che attende di ricevere dall’alto qualcosa di buono, il giovane amministratore preferisce quella del “calabrese che insegue i suoi sogni”. Poi magari non sa che il tesoro ce l’ha a portata di mano, l’ha già trovato nell’arte di un passato che può ancora parlare al presente e guardare al futuro.

di Redazione | 06/06/2010

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