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Cosenza (Cosenza) - Crati e Busento: nelle confluenze la fusione tra città della tradizione e città delle funzioni


Il Crati e il Busento. Non due semplici corsi d’acqua ma un pezzo importate della storia di Cosenza, una grande risorsa, che è naturalistica e culturale assieme. Con questa significativa premessa, il Sindaco di Cosenza Salvatore Perugini ha inquadrato  la scelta dell’Amministrazione di dedicare un momento di discussione più approfondita alla “Riqualificazione dei fiumi Crati e Busento nella città di Cosenza”, facendone oggetto di un convegno svoltosi alla Casa delle Culture, moderato dal giornalista Raffaele Zunino. Uno sguardo d’insieme sui due fiumi tanto cari ai cosentini, ‘raccontati’ – riferisce testualmente una nota dell’Ufficio stampa del Comune di Cosenza - nei loro aspetti storici e naturalistici, sino ad arrivare agli interventi realizzati, in corso d’opera e da farsi. Una discussione a più voci, dunque, animata dallo storico Gianpiero Givigliano e dall’ecologista Luca Adamo, entrambi docenti UniCal; dai tecnici ingegneri, Paolo Viola e Paolo Veltri; dai diversi progettisti che firmano gli interventi di riqualificazione e da Maurizio Nicolai, che inquadra il tutto nel Progetto Integrato Strategico “Fiume Crati”, per arrivare alle conclusioni del Vicesindaco ed Assessore ai Lavori Pubblici Franco Ambrogio.  Disegna un percorso ideale – ma nei fatti in fase realizzativa – il Sindaco Perugini  che “partendo da Guarassano-Casali, passando per il parco fluviale ed il sistema di piscine che sarà il parco acquatico, scende lungo i fiumi verso le confluenze, attraverso un sistema di riqualificazione complessivo che comprende anche le piste ciclabili. L’interesse sui fiumi - testimonia il Sindaco - significa uno sguardo di decisa attenzione al centro storico secondo il quale la sua valorizzazione deve superare le mode ma inserire elementi di attrattività che abbiano l’ambizione di durare nel tempo”. Dopo la ‘passeggiata’ nella storia, accompagnati per mano dal professore Givigliano che evidenzia lo stretto rapporto tra l’acqua e la storia della nostra comunità, un interprete della città – come si autodefinisce l’ingegnere Viola -  prepara la platea ad immaginare cosa potrebbero rappresentare Crati e Busento per Cosenza.  Intanto un dato forse ai più sconosciuto: dal Lazio in giù Cosenza è l’unica città su fiumi. Da qui un tour per immagini nelle città  d’Europa che sono caratterizzate dalla presenza di confluenze e che hanno saputo coglierne lo spirito. “La confluenza ha un forte valore simbolico – afferma Viola – significando unione, condivisione”. Prima di lui lo storico Givigliano aveva detto che ‘Cratis’ significa proprio commistione. “Il fiume, ed il modo in cui si utilizza, ha dunque a che fare con l’integrazione sociale – prosegue Viola. A Cosenza non mi è difficile immaginare un uso ricreativo dei fiumi e delle loro confluenze. Da un parco equestre a monte del Busento  ad un parco della scultura nel fiume che prosegua l’esperienza unica del MAB; dal muraglione di San Francesco quale grande schermo per raccontare storie di città al ponte ‘sons et lumiere’ delle Calabro Lucane. Sui fiumi non si deve fare troppo – conclude – ma non si devono nemmeno perdere occasioni”. Fa da trés d’union tra le possibili suggestive realizzazioni di Viola e le opere realizzate e in corso, il docente di ecologia Luca Adamo che ci riporta ai fiumi quale risorsa naturalistica parlandoci della loro morfologia, della vegetazione, della fauna, con un incisivo passaggio sul monitoraggio delle acque fluviali correnti che – ahinoi - non assegna al Crati una medaglia d’oro quanto piuttosto un bronzo, collocandolo tecnicamente nella terza classe di qualità. Quale efficace apripista ai progettisti, l’ingegnere Polo Veltri ricorda che un’opera di bonifica e conseguente riqualificazione dei fiumi deve rispettare tre componenti  fondamentali: sicurezza, ecologia e uso ricreazionale, che significano interventi idraulici e poi, andando oltre la sicurezza,  interventi ambientali ed urbanistici. All’ingegnere Francesco Calomino ed agli architetti Alessandra Zini e Daniela Francini, quali portavoce dei rispettivi tandem di lavoro (che si completano con gli ingegneri Paolo Veltri, Massimo Maiolo e Michele Martire) il compito di riferire della nuova fisionomia dei fiumi cosentini che comporta una rinnovata vivibilità. Ricorda un percorso cominciato un decennio fa, l’ing. Calomino. “Da uno studio sulla riqualificazione dei fiumi nel 1995 si è realizzato il parco fluviale sulla sponda sinistra del Crati”. E poi il presente e la prospettiva: il Parco Acquatico, una piscina coperta – già in avanzata fase di realizzazione – e due piscine scoperte; i tracciati lungo Busento e destra Crati che permettono la percorribilità a piedi ed in bicicletta; la zona del Ponte Alarico, quella che più di altre si presta a molti scopi ricreativi. Fa eco l’architetto Zini quando sostiene che i cittadini vanno avvicinati ai luoghi della memoria attraverso occasioni di tipo ricreativo. La professionista illustra dunque l’intervento, avviato proprio in questi giorni, che da quella splendida terrazza che è c.so Plebiscito vede scendere sul fiume un’ampia scalinata. Progetto che andrà poi a completarsi anche con una riqualificazione della piazza sovrastante. Traccia un altro itinerario, dalla confluenza  verso nord, l’architetto Daniela Francini. E’ l’itinerario della Valle del Crati, l’unica valle che c’è in Calabria. “Territorio storico e paesaggio – dice – sono la vera opera d’arte. Nella nostra città antica, l’opera d’arte sta nell’unicità della confluenza. Ed in quel contesto unico si deve intervenire in punta di piedi”. Rispetto della identità del territorio, dunque, quale  unica risposta alla crisi dell’economia globale. Uno sguardo più d’insieme è quello che posa sui fiumi Maurizio Nicolai. Occupandosi del Piano Integrato Strategico “Fiume  Crati”, ricorda che il Crati  tocca ben diciotto comuni. Volendo dire, dunque, che il fiume va visto come come risorsa collettiva che genera una carta collettiva dell’area.  Una miriade di spunti portati a sintesi dall’assessore ai Lavori Pubblici Franco Ambrogio. “I progetti in corso hanno un senso in quanto si collocano in un quadro progettuale complessivo, all’interno di una operazione culturale che non è solo astratta, ma finalizzata a ricreare un senso comune rispetto alla memoria e alla tradizione, così come rispetto alla funzione che possono avere questi importanti fiumi. Questo il senso dell’operazione che stiamo cercando di realizzare.  È una identità complessiva di questa città che va ridefinita, da Colle Pancrazio a Montalto Uffugo, altrimenti avremo una città informe di costruzioni edilizie”. In questo processo, l’amministratore, senza voler entrare in polemica sulla città unica e sulle voci che richiederebbero anche un nuovo nome per questa realtà,  rivendica a Cosenza la capacità di segnare la città unica, di dare una identità vera a questa realtà più complessiva. “Questo convegno – prosegue ancora Ambrogio - ha messo in evidenza, accanto alle prospettive, anche la realtà e le sue difficoltà. Non v’è dubbio che in questa direzione vi sono delle priorità, da valutare adeguatamente, per prendere delle decisioni, nel segno della concretezza”. C’è un obiettivo ‘immateriale’ che Franco Ambrogio richiama quando dice che  “bisogna creare un clima di interesse, un clima più collettivo della città. Ormai non si tratta più di espandere ma di andare ad un’opera di risanamento e riqualificazione di quartieri importanti”. Nelle confluenze la fusione tra città della tradizione e città delle funzioni.  

di Redazione | 30/05/2010

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