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di ANTONIO IAPICHINO - Per un’intera settimana, vale a dire, da oggi 24, al prossimo 30 settembre, la Calabria sarà protagonista nella città di Pisa. A partire da lunedì prossimo, infatti, si darà il via all’ottava edizione della “Festa della cultura calabrese”, una rassegna finalizzata a promuovere ed evidenziare, la Calabria in tutte le sue sfaccettature: la storia, le tradizioni, la cultura, la musica, la pittura, la cucina e, non per ultimo, l’arte orafa. Un aspetto, quest’ultimo, che riveste, anche una grande valenza culturale. Soprattutto se a evidenziare l’identità di una realtà territoriale è un giovane, come il maestro orafo Domenico Tordo: formatosi all’Istituto d'Arte Benvenuto Cellini di Valenza, ritornato nella sua Calabria, ha ideato, fra l’altro, la linea di gioielli “La Calabria nel cuore”. Dunque, ne “La Festa della cultura calabrese” di Pisa, ci sarà anche la partecipazione attiva dell’arte crosiota: i gioielli del maestro orafo Domenico Tordo resteranno in mostra durante tutti i giorni della manifestazione e sfileranno giovedì 27 settembre, alle ore 18, a Pisa, presso il Palazzo Fondazione Cavalieri di S. Stefano, Sala del Consiglio dei Dodici, in Piazza dei Cavalieri. Tordo, attraverso i suoi lavori sta lanciando input importanti. Infatti, sta girando l’Italia (e non solo…) in lungo e in largo, per mettere in risalto le caratteristiche, le peculiarità, le bellezze naturali, tradizioni, i costumi della Calabria. Una regione che Tordo “porta nel cuore”. Il giovane orafo parteciperà a questa manifestazione, pianificata dall’Associazione culturale “Esperia” di Pisa (sodalizio sorto nel 2003). Una kermesse che man mano sta acquisendo un’importanza sempre maggiore nel settembre pisano. L’iniziativa, che vedrà la partecipazione di diversi rappresentanti della terra calabra, propone una serie di appuntamenti di carattere socio – culturale, oltre che squisitamente ricreativo, che puntano a far conoscere, e  apprezzare sempre di più la storia e la bellezze della Calabria, ma anche le potenzialità e le capacità dei calabresi.