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Pavia (Pavia) - Scienziati pavesi partecipano alla scoperta del bosone di Higgs


I risultati della ricerca del bosone di Higgs con i dati raccolti nel 2011 e nel 2012 al Large Hadron Collider (Lhc) sono stati presentati in un affollatissimo seminario che si è tenuto al CERN oggi, 4 luglio, che è stato ritrasmesso nell’Aula Giulotto del Dipartimento di Fisica dell’Università di Pavia. All’evento era presente il Magnifico Rettore e numerosi giovani ricercatori e studenti. Al seminario è seguita una vivace fase di dibattito che ha permesso di approfondire il significato dei risultati presentati. Gli esperimenti ATLAS e CMS hanno entrambi, e indipendentemente, mostrato che il segnale individuato a dicembre 2011 è chiaramente confermato con un’evidenza statistica sufficiente a dichiarare la scoperta di una nuova particella che sembra compatibile con un bosone di Higgs. Questo apre una nuova pagina della ricerca scientifica fondamentale. I risultati presentati, sebbene ancora preliminari, costituiscono una pietra miliare per la comprensione della natura, e aprono la strada a un programma di studi di precisione volti a definire l’esatta natura della nuova particella. In tale processo infatti si potrebbe scoprire che il bosone di Higgs è diverso da quello previsto dal Modello Standard, misurandone le proprietà ed evidenziando possibili deviazioni rispetto alle previsioni del Modello, come atteso da alcune teorie che lo estendono. Il Dipartimento di Fisica dell’Università e la Sezione di Pavia dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare sono stati protagonisti al più alto livello nel percorso, durato più di venti anni, che ha portato a questo fondamentale risultato scientifico. Il personale di ricerca di entrambe le Istituzioni, supportato con dedizione ed entusiasmo dai servizi tecnici e da quelli amministrativi, si è distinto non solo per la professionalità del lavoro svolto, altamente riconosciuto in ambito internazionale, ma anche per le elevate posizioni di responsabilità ricoperte all’interno di Collaborazioni ognuna delle quali conta più di 3000 scienziati. Non è stato raro vedere in questi anni un fisico pavese alla guida di un gruppo di lavoro di 30 Istituzioni internazionali e di più di 200 ricercatori. A questo si aggiunge l’eccellente lavoro svolto dai gruppi di fisica teorica della Sezione INFN e del Dipartimento che permette oggi il miglior inquadramento e interpretazione dei risultati sperimentali nel contesto della moderna Fisica delle Alte Energie, una sinergia che porterà ulteriori frutti quando le osservazioni raggiungeranno una accuratezza maggiore. L’elevatissimo livello di innovazione e di  sviluppo tecnologico richiesto dalla costruzione degli apparati ATLAS e CMS al Large Hadron Collider ha creato collaborazioni industriali di grande rilievo, promuovendo così la ricerca su materiali, tecniche e processi che hanno permesso la realizzazione di rivelatori di una precisione mai raggiunta prima. La capacità di realizzare infrastrutture scientifiche di così alto profilo e complessità è una risorsa che, oggi più che mai, può essere funzionale al nostro Paese e fondamentale per la sua crescita. Di fatto alcuni di questi sviluppi hanno già trovato nuova vita in applicazioni inter-disciplinari, talvolta in modo rivoluzionario, come nel caso degli acceleratori per adroterapia o di elettronica resistente alle radiazioni per future missioni spaziali. L’osservazione di una nuova particella, già di per sé un risultato eccezionale, acquista ancor più valore poiché si presenta come il miglior candidato per riempire il tassello mancante di un quadro teorico e sperimentale che amplia l’orizzonte della nostra conoscenza con una rapidità fino ad ora imprevista e la cui esistenza potrà forse portarci verso risultati imprevedibili.

di Redazione | 04/07/2012

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