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Roma (Roma) - Scuola, Rodano (IdV): Da Profumo segnale di fumo inquinante


“Il ‘pacchetto merito’, annunciato dal ministro Profumo, è un segnale di fumo inquinante su tutto il sistema dell’Istruzione Pubblica”. Lo scrive sul sito dell’Italia dei Valori, Giulia Rodano, responsabile nazionale Cultura IdV. “Per le scuole pubbliche e le università statali del nostro Paese – prosegue - non c’è nemmeno un euro in più. Si dichiara di voler premiare le eccellenze, ma nulla viene previsto per mettere studenti e strutture più deboli nelle condizioni di formarsi e di raggiungere gli obiettivi formativi. La funzione del dicastero alla Pubblica Istruzione dovrebbe, invece, essere quella di dare piena applicazione del dettato costituzionale, ovvero permettere a tutti i cittadini di accedere ai più alti gradi dell’Istruzione. E non è regalando sconti agli studenti migliori che si realizzano queste condizioni di uguaglianza, parità d’accesso e anche di merito. Ancor più gravi sembrano le misure annunciate per l'università. Il ministro sembra rendersi conto che i meccanismi del duo Gelmini-Tremonti non possono funzionare e che i loro tagli indiscriminati hanno bloccato per quattro anni l'università italiana, impedendo ogni ricambio generazionale. Ma la medicina proposta potrebbe persino uccidere definitivamente il paziente. Si rinuncia a misurare in anticipo il merito, si rimette di nuovo tutto in mano alle oligarchie universitarie, si valuta solo ex post e ancora una volta si adopera il taglio delle risorse come sanzione. Come sfuggire al sospetto che si tratti di un altro modo per tagliare risorse? Forse si teme di dover fare i conti con migliaia di giovani ricercatori competenti e preparati? Questo dubbio si rafforza quando si legge che si vorrebbe ridurre ad un anno il contratto dei ricercatori e si imporrebbe agli assegnisti di ricerca, giovani ancora in formazione, l'obbligo di insegnamento. Probabilmente per sopperire alla mancanza di insegnati dovuta ai tagli e alla paralisi di questi anni. Il ministro Profumo prepara insomma un'altra generazione di precari. Ben altro servirebbe per consentire ai nostri giovani di rompere il soffitto di cristallo che in tante parti d’Italia opprime tuttora l’accesso alla docenza universitaria e al lavoro di ricerca. Ben altro occorrerebbe per mettere gli studenti delle famiglie più disagiate nelle condizioni di formarsi e di raggiungere il massimo delle proprie potenzialità, come chiede la nostra carta costituzionale”.

di Redazione | 04/06/2012

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