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Corigliano Calabro (Cosenza) - Lavori di ristrutturazione al canile, il pensiero dell’Assessore Cerbella


L’Assessore Dott. Ernesto Cerbella, nel dare comunicazione circa l’avvenuta approvazione nell’ultima riunione di giunta, del progetto per la esecuzione di lavori finalizzati alla ristrutturazione di alcuni locali dell’autoparco da utilizzare per la identificazione e microcippatura di cani randagi oltre che microcippatura di cani di proprietà da parte del servizio veterinario al fini di concorrere ad una migliore e più controllata redazione dell’anagrafe canina, - riferisce testualmente una nota dell’Ufficio stampa comunale -  ha inteso esprimere alcuni doverosi chiarimenti circa il problema del cosiddetto “ canile comunale”. Il canile comunale, già errato nella sua definizione originale, è divenuta una “leggenda metropolitana” sulla quale si è fatto un gran parlare. Il canile comunale, più correttamente definito come ”canile rifugio” è l’ultimo atto di un percorso che passa dall’accalappiamento del cane e relativa microcippatura identificativa, al canile sanitario, struttura di transito che può essere realizzata insieme al canile rifugio o autonomamente da questo. Gli ormai famosi 125.000 euro servirebbero proprio alla realizzazione del “canile sanitario”. Ma, nel sottolineare la opportunità è necessità della sua realizzazione, non và sottaciuta l’esistenza di regole ben precise ed inerudibili. Innanzitutto esso deve avere un dimensionamento adeguato; l’area su cui insiste deve essere lontana da abitazioni o presenze umane anche temporanee; occorre tener conto che una cosa è un cane che abbaia, altra cosa sono quaranta, o meglio ancora, duecento cani che abbaiano insieme in termini di quiete pubblica; deve esserci la presenza di acqua e di energia elettrica; deve essere dotata di un sistema di depurazione delle acque reflue trattandosi di acque particolari. Una semplice osservazione di quanto sottolineato, porta subito alla conseguente conclusione come la prima collocazione fosse del tutto inidonea per tale scopo ed, in secondo luogo, la insufficiente somma a disposizione per la sua realizzazione. Da qui la necessità di reperire un’area idonea, possibilmente di proprietà comunale o da acquisire, cosa per la quale si sta lavorando.

di Redazione | 20/05/2010

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