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Potenza (Potenza) - Santarsiero nel Comitato Direttivo ReCS – Rete Città Strategiche Italiane


“E’ un grande risultato per la città di Potenza essere stata ammessa alla rete europea delle città strategiche, l’associazione nazionale di Comuni e Province che adottano la programmazione strategica come strumento di governo ed è motivo di orgoglio, come Sindaco, essere entrato a far parte del Comitato direttivo.” Così Vito Santarsiero (ella foto), Sindaco di Potenza, al termine del convegno internazionale ReCS  “Rappresentare l’Italia” svoltosi a Cuneo, nell’ambito della nona assemblea della Rete,  che ha rinnovato la presidenza e il comitato di coordinamento, composto da Venezia, Barletta, Cuneo, Atri, Sassari, Rimini e Potenza. Sono entrate oggi a far parte della Rete le città di Potenza e di Atri mentre entreranno prossimamente Roma e Messina. Il convegno  aveva come obiettivo quello di comprendere come rappresentare l’Italia, appunto, in una fase di crisi globale, di difficoltà istituzionale e di dilemmi aperti sulle strategie di integrazione e di sviluppo dell’Europa. La risposta è stata affidata al punto di vista delle città e dei territori, e in particolare di quelli che svolgono un ruolo attivo di programmazione strategica dello sviluppo, chiamati ad offrire nuovi elementi analitici per rappresentare l’Italia del Nord, del Centro, del Sud nella nuova difficile fase, e discutere le strategie che si confrontano (e le possibili alternative aperte) per affrontare la prossima cornice dell’Europa 2020. Il tema di un’Italia della competitività (il Centro-Nord del Paese) e di un’Italia della convergenza (il Mezzogiorno) è stato proposto dal punto di vista di due macroregioni che presentano profili diversi. Entrambe devono fare i conti con problemi strutturali. Il Paese nel suo complesso non cresce: il Pil reale è cresciuto nel decennio 2000-2010 al tasso di +0,25%. Si manifesta una crisi che interessa tutto il Paese e non risparmia il Centro-Nord che complessivamente paga una scarsa competitività rispetto alle sfide globali per una insufficiente programmazione dei processi di sviluppo, scarsa qualità della richiesta e scarsa capacità di fare complessivamente rete. Il Mezzogiorno invece si confronta con un persistente divario, la mancata soluzione di nodi strutturali, il peso della criminalità, una spesa pubblica elevata e inefficiente, un forte degrado del territorio, una marginalità nelle politiche mediterranee. Eppure, entrambe le macroregioni hanno opportunità da sviluppare. Il Nord come piattaforma produttiva che fa dell’Italia il secondo grande Paese manifatturiero europeo dopo la Germania, e di servizi avanzati grazie ad una rete di città centrata sulla glocal city milanese; il Mezzogiorno come possibile crocevia di scambi e di relazioni trans-mediterranee verso Paesi in crescita economica e politica sulla sponda Sud, di valorizzazione delle ingenti risorse naturali e culturali, di sviluppo sostenibile. Sui temi del Mezzogiorno sono intervenuti il Prof. Gianfranco Viesti, Presidente della Fiera del Levante ed il Sindaco di Potenza, Vito Santarsiero. Quest’ultimo ha in particolare evidenziato “la necessità di rafforzare le aree urbane,  di superare il deficit della infrastrutturazione sovraregionale e di rafforzare per il Sud un pensiero Mediterraneo. Santarsiero ha anche sottolineato come le politiche europee stanno puntando fortissimamente sulle aree urbane che hanno rappresentato un punto di debolezza per la crescita del Mezzogiorno.”  Nel corso del dibattito è emersa anche la criticità del sistema scolastico nel nostro Paese, ben ultimo tra i paesi sviluppati.   Il Convegno ha messo  a fuoco le opportunità e le criticità, ha indicato le priorità strategiche, per una visione unitaria di come l’Italia potrà “stare in Europa”.Competitività e convergenza sono termini da qualificare e in parte da ridefinire. La competitività deve essere letteralmente una “richiesta comune” finalizzata alla crescita dell’intero sistema e non solo di alcune sue parti. La convergenza non può essere vista come rincorsa ad un modello unico di sviluppo ma come ricerca di proprie vocazioni e sentieri di crescita. Entrambi i termini vanno proposti come parti di un unico obiettivo della crescita complessiva e della coesione dell’Italia. Il Convegno internazionale in sostanza ha inteso proporre il quadro europeo e quello Mediterraneo come cornice ineludibile per l’Italia. L’Unione Europea attraversa un periodo di grande criticità che richiede risposte integrate di politica economica, fiscale, sociale, culturale, infrastrutturale. Il superamento della crisi impone visioni che vadano oltre gli orizzonti attuali. In questo, macroregioni emergenti possono fornire una nuova articolazione per politiche place-based, e città e reti di città possono essere la trama di uno sviluppo basato sulla formazione di valore economico e sulla valorizzazione della società europea.

di Redazione | 03/03/2012

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