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Rossano (Cosenza) - Emergenza diabete nel Mezzogiorno d’Italia, summit in Calabria


I massimi esperti italiani discutono, a Rossano Calabro il oggi 7 e domani 8 maggio, sull’organizzazione dell’assistenza per un milione e quattocentomila persone con diabete che risiedono nelle regioni del Sud Italia. Parte dalla Provincia di Cosenza un articolato progetto di prevenzione della  malattia che  - riferisce testualmente una nota dell’Associazione medici diabetologi - cresce a ritmo sostenuto in tutto il mondo.   Sono oltre 4 milioni le persone affette da diabete in Italia, un terzo delle quali, quasi 1,4 milioni risiede nelle regioni del Mezzogiorno: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia; con Basilicata e Calabria che detengono il poco invidiabile record di Regioni con la maggior percentuale di popolazione diabetica, oltre l’8% oggi, a fronte di un dato nazionale che si aggira sul 6,8-7%. Per discutere proposte dirette a migliorare l’organizzazione della cura e dell’assistenza, contenere i costi per la sanità pubblica e tentare di arginare una vera e propria “epidemia”, i massimi esperti di diabete nazionali e del Sud Italia saranno riuniti a Rossano Calabro (Cosenza) il 7 e l’8 maggio. L’occasione è data dal Changing Diabetes® Barometer South Italy Workshop, patrocinato dalla Provincia di Cosenza, dai  Comuni di Rossano e Corigliano Calabro, da AMD - Associazione Medici Diabetologi e SID - Società Italiana di Diabetologia, con il supporto non condizionato dell’azienda farmaceutica danese Novo Nordisk. “Si tratta di un importante simposio che permetterà di conoscere, anche a livello locale dati clinici, economici e sociali sul diabete e consentirà ai cittadini di modificare i comportamenti a rischio per la salute”, afferma Franco Filareto, Sindaco di Rossano Calabro. “Inoltre – prosegue – la manifestazione accredita Rossano come città della scienza, della prevenzione, del confronto e dell’ospitalità.” Il Changing Barometer Diabetes Workshop di Rossano, organizzato dal consigliere nazionale di AMD Giuseppe Armentano e dalle dottoresse Maria Grazia Restuccia e Angela Mirto, segnerà il lancio ufficiale del Progetto Prevenzione Diabete e Obesità voluto dalla Provincia di Cosenza e realizzato con la collaborazione scientifica dell’Associazione Medici Diabetologi. Il progetto, della durata triennale, ha l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione di una delle aree del Paese maggiormente colpite dalla malattia, attraverso un’articolata serie di azioni di formazione ed informazione che conteranno sul coinvolgimento, tra gli altri, delle scuole e delle farmacie. “I due progetti sono strettamente collegati tra loro”, dice Sandro Gentile, Presidente Associazione Medici Diabetologi. “Informare la popolazione sui rischi e sulla possibilità di prevenire il diabete da un lato e condividere conoscenze ed esperienze tra gli specialisti dall’altro sono elementi fondamentali per affrontare un problema sempre più evidente”, aggiunge. “Prevenire diabete ed obesità - mette quindi in rilevo Mario Oliverio, Presidente della Provincia di Cosenza - è sicuramente un obiettivo che le istituzioni devono assumere nelle proprie politiche, guardando sia alla qualità della vita dei cittadini che all’abbattimento di rilevanti costi sanitari. In questo senso,  è una sfida che raccogliamo e vogliamo vincere.” E proprio nell’ambito del progetto Prevenzione Diabete ed Obesità, sempre a Rossano Calabro, sabato 8 e domenica 9 maggio, si svolgerà il primo passo operativo: un Master di formazione rivolto a diabetologi, nutrizionisti, farmacisti, operatori professionali della salute in genere. I costi del diabete sono raddoppiati negli ultimi 20 anni: nel 1998, la malattia pesava sulle casse dello Stato per circa 5 miliardi di euro, pari al 6,7% della spesa totale per la sanità; oggi le stime parlano di 11 miliardi di euro, circa il 10% della spesa sanitaria. Ma non sono solo i costi a preoccupare, bensì le conseguenze del diabete. In Italia, ogni anno 75.000 persone con diabete subiscono un infarto, 18.000 un ictus, 20.000 vanno incontro a insufficienza renale cronica, 5.000 patiscono l’amputazione degli arti inferiori, 18.000 muoiono. Il tema dell’organizzazione delle strutture diabetologiche sarà dunque al centro dei lavori del convegno. D’altronde, che le caratteristiche strutturali dei Servizi di Diabetologia abbiano un impatto sulla qualità dell’assistenza e delle cure è ormai assodato, come testimoniano anche i dati preliminari dello studio QUASAR. L’indagine, realizzata da AMD e Consorzio Mario Negri Sud, è iniziata nel 2005 e si concluderà nel 2011; studia la relazione fra strutture organizzative (tipologia del personale, della sede e delle attività svolte nei servizi di diabetologia), procedure diagnostiche e terapeutiche e risultati ottenuti sul controllo di alcuni parametri chiave nella cura del diabete (emoglobina glicosilata, pressione arteriosa, profilo lipidico e funzionalità renale). I primi risultati, presentati un anno fa al congresso dell’American Diabetes Association evidenziano, ad esempio, come il fattore più rilevante nel determinare la migliore prestazione sembri la capacità delle strutture diabetologiche di garantire al paziente un più elevato numero di visite. Infatti, per ogni visita in più durante l’anno raddoppia la probabilità di raggiungere livelli di emoglobina glicosilata (HbA1c) inferiori a 7%, cioè il valore che secondo varie linee guida è necessario per prevenire le complicanze tipiche della malattia diabetica e la mortalità. “L’Italia è un Paese all’avanguardia per l’assistenza e la cura delle persone con diabete, sia dal punto di vista clinico sia legislativo”, dice ancora Sandro Gentile. “AMD, alla quale fanno capo gli oltre 650 Servizi di diabetologia Italiani, è impegnata su più fronti affinché sia garantito su tutto il territorio nazionale un livello di qualità uniforme ed elevato, ottenuto identificando e applicando modelli assistenziali sempre più efficaci, efficienti e attenti ai bisogni delle persone con diabete. Ciò può essere possibile soltanto misurando e valutando gli esiti dei processi e confrontandosi con le altre realtà. Iniziative come il Changing Diabetes Barometer South Italy Workshop non possono quindi che portare grandi vantaggi per tutti”, conclude Gentile.

di Redazione | 07/05/2010

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